Il limite di guardare oltre

Pubblichiamo l'articolo vincitore del Premio giornalistico "Paolo Nonni",  ed. 2019 con una spinosa tematica inerente ai suicidi giovanili nel nostro territorio.

Patrick C. 23 anni, Giacomo V. 25 anni, Madalina H. 17 anni, Samantha C. 24 anni, Gimmy B. 22 anni, Diego U. 24 anni, Tommaso G. 24 anni...

Sono questi i nomi di alcuni tra i tanti, troppi giovani che negli ultimi anni hanno posto fine alla propria vita nella nostra provincia. Scelte precoci hanno cancellato in un attimo il futuro di individui le cui fragilità sono state probabilmente a lungo trascurate da una società complessa e purtroppo, spesso, indifferente alle debolezze. Diviene dunque indispensabile ricercare l'ago adeguato per ricucire l'enorme strappo sociale a cui è imputabile questa desolante e ripetitiva circostanza. Ognuno di noi può contribuire attivamente a questo rammendo, poiché tutti abbiamo instaurato e instaureremo molteplici rapporti nella nostra vita i quali sono di fondamentale importanza.
Il suicidio è la seconda causa di morte nei giovani; nella provincia di Pesaro 9,38 persone su 100 mila residenti riescono a portare a termine quest'atto estremo di autolesionismo. Gli scienziati provano che la patologia psichiatrica non è una condizione sufficiente per il suicidio e dai resoconti si evince che la causa principale di tale scelta è la perdita di speranza verso se stessi, nel mondo e nel futuro: la depressione. In un mondo altamente sviluppato, si è andata perdendo sotto cumuli di progresso tecnico la sensibilità; tale perdita ha portato alla percezione psicologica di molti di "non appartenenza" con la conseguente convinzione di consistere unicamente in un peso per la società. Superfluamente a lungo abbiamo giustificato il nostro disinteresse riguardo suddetto fenomeno, riconducendolo esclusivamente a individui possedenti gravi disturbi mentali e così, a oggi, persiste in noi la convinzione che sia pleonastico fornire aiuto.
Io sono Giorgia: figlia, sorella e amica. Sono numerose le figure che mi vivono accanto e io mi sento in dovere di essere, per ognuna di queste, significante. Indubbiamente non detengo la capacità di salvare una persona in totale difficoltà però potrei e vorrei, nel mio piccolo, essere in grado di individuare un eventuale malessere emotivo se questo si dovesse presentare nelle persone che amo. Io potrei se volessi, compiere ogni giorno la scelta di appoggiare, stimolare e ascoltare coloro con cui condivido la mia realtà. Io sono Giorgia, ho 19 anni e ho la certezza che se tutta la mia generazione appoggiasse questa idea, il cambiamento diverrebbe imminente...
Anna è madre, moglie e insegnante. È una guida e un punto di riferimento per tanti giovani sognanti, per i quali però non ha mai abbastanza tempo a disposizione. Anna potrebbe decisamente cambiare la situazione, se solo capisse che è importante individuare le fiamme ardenti nei suoi alunni e non categorizzarli unicamente come statici voti, e se i colleghi di Anna abbracciassero la sua eventuale scelta di valicare il giudizio approssimativo, il cambiamento diverrebbe imminente...
La vita è una pesca, seduti gettiamo in acqua la nostra rete di speranze attendendo che prima o poi questa possa tornare piena, l'attesa alle volte può essere lancinante, portarci alla disperazione, eppure, se in quell'istante un altro pescatore si sedesse al nostro fianco, l'inquietudine potrebbe essere respinta. Siamo tutti transitori e imperfetti, ma tutti in grado di cambiare. Non si può, scegliere l'impassibilità di fronte allo straziante grido di giovani che attendono disperatamente il ritorno del proprio tramaglio. È necessario abbandonare l'idea di non essere all'altezza, non esistono parametri di valutazione quando si ha a che fare con la sensibilità umana, poiché risiede in noi un attitudine straordinaria: l'empatia. Come una calamita su un cuore d'acciaio, questa consente di sentirsi stretti nei panni degli altri insegnandoci il valore della comprensione.
Non esistono colpe, nessun carnefice, è un dato di fatto che nella stragrande maggioranza dei casi i soggetti che pensano al suicidio non possono essere salvati, non lo vogliono, ma proprio per questo è essenziale prestare più attenzione e non archiviare il problema con effimera leggerezza.
Che possa, la fiamma indescrivibilmente colorata della speranza mantenere accesa in noi la voglia di continuare a lottare.

Giorgia Zazzeroni

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