È notte fonda
ormai e come sempre sei sveglio. Il buio quasi ti fa paura, non puoi permettertelo, ma crolli.
Come ogni notte
sei solo, in fondo lo sei sempre, però ora è diverso. Durante il giorno non puoi
farti vedere fragile, gli altri si aspettano che tu sia forte; nemmeno con i
tuoi genitori puoi
mostrarti per quello che sei. Loro sono sempre troppo impegnati, il lavoro li
stressa e il tempo per te non
c’è mai.
Il sonno ormai
l’hai perso, sai cosa ti servirebbe, ma l’hai finita tutta. Hai giusto un’
ultima sigaretta. Vai nel balcone, l’aria è
fredda ma a te piace così, ti siedi a terra e guardando le stelle cerchi di
calmare i nervi, evadi un po’.
Questa realtà non
ti è mai piaciuta e infatti non la vivi mai, riesci sempre a trovare qualcosa
di nuovo che ti permetta di
scamparle. A scuola una volta andavi bene, ma ora sono sempre più le volte che
ti fermi a quel parchetto rispetto
a quelle in cui ci arrivi. Sai com’è la storia: la mattina sei sempre di
fretta, in casa fortunatamente non c’è mai nessuno e tenti di racimolare
qualche spicciolo dalla camera dei tuoi; di corsa riesci ad arrivare puntuale
al parco, è rimasto ancora qualcosa per te. Spendi quegli ultimi soldi, vai
verso il tuo solito posto e inizi a vivere la tua realtà. Così tutto ti appare
migliore, quando arrivano i tuoi amici tu già sei totalmente
nel tuo mondo, ti senti sicuro, loro ti vedono un po’ come il leader e questo a
te piace. Hai bisogno di avere il controllo su tutto, per questo sei sempre a
cercare qualche soldo, sai che se non riuscissi a trovarlo in
tempo rischieresti di perderlo e ciò non può succedere.
Non hanno idea dello
schifo in cui li stai trascinando. Guardandoli ti rivedi qualche anno prima
quando quelle per te erano le prime sgarrate, ancora i tuoi
stavano bene insieme, tu eri felice e avevi qualche speranza per il futuro. Ora
hai smesso pure di illuderti.
Nella tua compagnia pian piano ci sono finiti tutti, tu sei stato uno degli
ultimi. La prima volta per te è stata
quando tornando a casa hai trovato tua madre a piangere sul divano e una
lettera di tuo padre che ti
chiedeva scusa, ancora non hai capito per cosa, ma che comunque se ne sarebbe
dovuto andare. Tua madre
non ti ha neanche guardato in faccia, tu sei semplicemente tornato sui tuoi
passi, hai chiamato quei
tuoi amici e gli hai detto che stavi uscendo, che oggi ci saresti stato anche
tu. Non ci è voluto molto, il cuore
ti batteva forte, le gambe quasi ti cedevano, forse era la paura, forse la
tristezza, in ogni caso sparì tutto.
Da
quel giorno tutto ti sembrò andare meglio anche se tutto stava andando peggio.
La separazione dei
tuoi quasi non ti toccò, le litigate in casa ormai non le sentivi più, con i
tuoi smettesti di parlarci; giusto
quando quel tuo amico che te l’aveva fatta provare finì in ospedale avesti una
fitta al cuore, ma anche quella
trovasti il modo di fartela passare. Nel tuo gruppo pian piano sparirono tutti
e tu rimanesti il più
anziano. A quelli più piccoli ora bastava poco per staccare dalla realtà, ti
fece ridere il ripensare a quello che per evadere restava tutto il giorno
chiuso in casa davanti al computer o ai videogame. Tu non
la trovavi una cosa sensata, non saresti mai riuscito a perdere tutti quegli
amici per restare dentro
casa.
Alla fine tutti, a modo loro, tu compreso, stavate cercando semplicemente
di vivere un'altra realtà.
Nessuno riusciva a capire bene i motivi per cui lo facevano gli altri, tutti vi
disprezzavate a vicenda ma in
fondo era solo perché vedevate riflessi in loro lo schifo che eravate diventati
voi stessi. C’era chi evadeva per
la famiglia, chi perché a scuola era un casino ed era finito a rimanere solo,
chi perché le prendeva da
mattina a sera e aveva bisogno di qualcosa per sentir meno il dolore dei lividi
pulsanti ed infine c’era chi diceva
di evadere solo per noia. Tutti in fondo eravate incompresi, soli, avete
cercato di allontanarvi dal mondo e alla fine il mondo si è allontanato da voi.
Sei ancora seduto
nel balcone, ora il vento ti porta via le lacrime. Stai iniziando a sudare, sai
che non ti manca molto prima
di perdere il controllo. Hai pensato spesso di farla finita lì e lanciarti, in
fondo non saresti mancato a
nessuno, ma non hai mai trovato le forze. Forse questa volta sarà diverso,
forse ti stai già uccidendo da anni
ma semplicemente in modo più lento. Sai che prima o poi tutto questo dovrà
finire e tu, però, riesci solo a pensare di eludere questa realtà…non lasciarla
per sempre. Ogni volta che riaprirai gli occhi te la ritroverai sempre davanti.
Torni nel letto,
forse domani sarà diverso.
-Rincalza Sconfitte
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